SLAM è uno spazio dedicato alla cultura, allo spettacolo e alla poesia. Nasce per unire tutti quelli che lavorano in questi due mondi. Per il momento a Milano, poi vai a vedere quello che può succedere nel futuro.
Vogliamo stimolare la collaborazione, la conoscenza, l’unione che fa la forza, il tutti per uno e uno per tutti, lo: “Scusa mi presti una penna?” e il: “Mi daresti una mano su questa cosa?”. Vogliamo che i diritti dei lavoratori creativi siano rispettati, che il lavoro venga pagato, che la collaborazione serva a far crescere le idee e non a rubarle, che chi sa scrivere in italiano, in inglese, in hindi lavori assieme a chi sa stare su un palco e viceversa.
Vogliamo mettere a disposizione in un posto solo tutto quello che serve per lavorare al meglio senza preoccuparsi di altro. Chiedi e ti sarà dato, dai e ti sarà restituito.
I pagamenti in visibilità e i luoghi comuni ci hanno stufato, le frasi come: “Sempre meglio che lavorare”, “Beato te che leggi tutto il giorno”, “Fai l’attore? Vabbè, ma di lavoro vero che fai?” hanno fatto il loro tempo.
Vogliamo mettere i libri sul palco e il palco dentro i libri. Scambiamoci, aiutiamoci, non rimaniamo confinati dentro quello che “Si è sempre fatto così”. Ci sono mondi nuovi, spazi nuovi, tempi nuovi da esplorare. Vogliamo portare la poesia in posti nuovi, trovare lo spazio per gli attori, i performer, gli scrittori, far andare le parole dove non sono mai state e dove invece dovrebbero essere.
SLAM è silenzio, SLAM è casino, SLAM è furia creatrice con tutti i crismi, SLAM è spazio di riflessione. Vogliamo dare nuovo slancio e vitalità alle parole, al racconto, al corpo che si muove, a chi scrive, a chi urla, a chi sussurra, a chi cerca ogni giorno di rendere il mondo migliore creando qualcosa di bello.
SLAM è la porta che sbatte quando decidi di fare il freelance, SLAM è il corpo che salta sul palco, SLAM è la sfida tra poeti, SLAM è la schiacciata vincente all’ultimo secondo, SLAM è l’idea bellissima che ti viene in mente all’improvviso e che devi coltivare.
SLAM è tutto questo e molto di più.
Vogliamo stimolare la collaborazione, la conoscenza, l’unione che fa la forza, il tutti per uno e uno per tutti, lo: “Scusa mi presti una penna?” e il: “Mi daresti una mano su questa cosa?”. Vogliamo che i diritti dei lavoratori creativi siano rispettati, che il lavoro venga pagato, che la collaborazione serva a far crescere le idee e non a rubarle, che chi sa scrivere in italiano, in inglese, in hindi lavori assieme a chi sa stare su un palco e viceversa.
Vogliamo mettere a disposizione in un posto solo tutto quello che serve per lavorare al meglio senza preoccuparsi di altro. Chiedi e ti sarà dato, dai e ti sarà restituito.
I pagamenti in visibilità e i luoghi comuni ci hanno stufato, le frasi come: “Sempre meglio che lavorare”, “Beato te che leggi tutto il giorno”, “Fai l’attore? Vabbè, ma di lavoro vero che fai?” hanno fatto il loro tempo.
Vogliamo mettere i libri sul palco e il palco dentro i libri. Scambiamoci, aiutiamoci, non rimaniamo confinati dentro quello che “Si è sempre fatto così”. Ci sono mondi nuovi, spazi nuovi, tempi nuovi da esplorare. Vogliamo portare la poesia in posti nuovi, trovare lo spazio per gli attori, i performer, gli scrittori, far andare le parole dove non sono mai state e dove invece dovrebbero essere.
SLAM è silenzio, SLAM è casino, SLAM è furia creatrice con tutti i crismi, SLAM è spazio di riflessione. Vogliamo dare nuovo slancio e vitalità alle parole, al racconto, al corpo che si muove, a chi scrive, a chi urla, a chi sussurra, a chi cerca ogni giorno di rendere il mondo migliore creando qualcosa di bello.
SLAM è la porta che sbatte quando decidi di fare il freelance, SLAM è il corpo che salta sul palco, SLAM è la sfida tra poeti, SLAM è la schiacciata vincente all’ultimo secondo, SLAM è l’idea bellissima che ti viene in mente all’improvviso e che devi coltivare.
SLAM è tutto questo e molto di più.